Niccolai insegna Tai Chi Chuan della famiglia Yang. Ha studiato con il caposcuola nazionale stile Cheng Man Ching, il maestro Biondi, e ha frequentato seminari con i maestri Ken Van Sickle, William Nelson, Nils Klug, Liu Suibin, Eddie Wu, Nguyen e con la maestra Rosa Chen.
Un giorno nel percorso di vita di Niccolai si presenta il Tai Chi Chuan, e ne diventa presto il centro stesso. Da sempre appassionato e praticante di sport, trova in questa antica disciplina cinese, nonché nel Qi Gong, un modo nuovo di vivere la propria vita e di sentire il suo corpo.
Si tratta di un'arte che utilizza una terminologia che forse per alcuni allievi potrà apparire talvolta oscura o “mistica”, ma addentrandovici un po' si inizia ben presto a percepire che in realtà è costruita con una precisione quasi scientifica. L'uomo tende sempre più a specializzarsi, e non solo nella società, ma anche nello sport... l’estrema specializzazione, però, non è sostenibile sul lungo termine. Pensiamo appunto all’attività fisica... un corpo estremamente specializzato inizia a soffrire dopo un certo periodo di tempo, e inoltre si porta dietro infortuni da cui non riesce quasi mai a recuperare del tutto. Per di più un corpo specializzato non è un corpo armonico, e per questo motivo è molto più soggetto ad infortuni.
Nel metodo di Niccolai lo studente viene esposto a tante pratiche differenti. Quello che Niccolai punta a creare, utilizzando questo approccio generalista, è un individuo che abbia la capacità di adattarsi ad ogni tipo di movimento. Un praticante che possieda una padronanza delle caratteristiche generiche (come forza, agilità, equilibrio, coordinazione, etc) tale da poter muoversi nei più disparati campi.
Da giovani è normale fare sport, muoversi molto ma crescendo le cose cambiano. Il lavoro ti lega e ti costringe spesso a stare seduto. Molte persone sono stressate e non hanno stimoli per andare in palestra. Ed altrettanti iniziano ad avvertire strani dolori e scricchiolii alle ginocchia ma invece di reagire e provare a fare attività fisica, si fermano ancora di più. Così si iniziano ad atrofizzare i muscoli ed a calcificare le articolazioni. Dobbiamo semplicemente muoverci ogni qual volta ne abbiamo la possibilità... è così che si riesce ad evitare tutto ciò. Anziché prendere la macchina uso le mie gambe che sono fatte apposta per camminare. Anziché pranzare in ufficio, esco e faccio due passi per una mezz’oretta! Ma soprattutto devo “stirarmi” ogni volta che posso, esattamente come fa un gatto. I gatti non "si stirano" solo prima o dopo il movimento, ma lo fanno a prescindere, e spesso; si allungano e tengono i muscoli caldi.
Ciò di cui abbiamo bisogno è la giusta forma di MOVIMENTO.
Un movimento che va inteso anche come una METAFORA del pensiero.
Più ti muovi... meno tempo hai per pensare in modo distruttivo... più sei presente.
La PRESENZA, dona creatività, dona endorfine e lucidità d’azione.
La presenza ti fa decidere rapidamente, non ti fa stare a rimuginare.